GIOCATTOLI RICICLATI, GIOCATTOLI RICICLABILI

19.03.2023
articolo

Sabato 18 marzo si è celebrata la sesta Giornata Mondiale del Riciclo. Fu istituita nel 2018 dal Bureau of International Recyling per ricordare a governi, imprese, comunità e individui di tutto il mondo, l’urgenza di vedere i rifiuti e i materiali riciclabili come risorsa preziosa nell’ottica della salvaguardia del Pianeta.

Come industrial designer e toy designer, lo ammetto, mi sento costantemente in colpa per contribuire con il mio lavoro alla produzione di massa di prodotti che, presto o tardi finiranno in discarica o, peggio ancora, dispersi nell’ambiente. Per questo motivo, la ricorrenza di questa giornata non può lasciarmi indifferente.

Il 90% dei giocattoli è realizzato in plastica e solo una microscopica parte di questi è prodotto con plastica riciclata. Un elemento di difficoltà è certamente rappresentato dai requisiti di sicurezza chimica e meccanica che i giocattoli devono per legge rispettare. Quindi non potrà essere utilizzata plastica post-consumo della quale non si conosce esattamente la composizione e che non garantisce caratteristiche costanti.
Greetoys, azienda americana, e l’australiana Happy Planet Toys, ad esempio, ricavano la plastica per i propri prodotti dai contenitori per il latte, questo perché la plastica per alimenti può considerarsi chimicamente sicura.
Lego invece da qualche anno è al lavoro per produrre mattoncini in PET derivato dalle bottiglie. Centinaia di test sono stati effettuati per ottenere il mattoncino perfetto e, nei prossimi anni, potrebbe essere commercializzato.
Dantoys nel 2022 ha ottenuto il secondo posto al Play for Change Awards nella categoria sostenibilità con i proprio giocattoli realizzati in plastica proveniente da attrezzature marine usate, come ad esempio corde o reti da pesca.

Sebbene si stiano facendo passi avanti per avere sempre più giocattoli prodotti in plastica riciclata, c’è un altro grosso problema che riguarda questa categoria di prodotti.

La parola “giocattoli”, nelle ricerche online, è spesso legata al problema del disfarsi di tali oggetti. Tra le più frequenti ricerche contenenti la parola “giocattoli” effettuate dagli italiani su google, troviamo:

– giocattoli dove si buttano?
– dove portare giocattoli usati?
– chi ritira giocattoli usati?
– cosa fare dei giocattoli usati?
– come vendere giocattoli usati?

Lascerei da parte per il momento le domande relative a come vendere o dare una seconda vita ai giocattoli usati, perché è un tema vasto che potrebbe essere approfondito in un altro post e tornerei invece alla prima domanda.

La risposta alla domanda “dove si buttano?” non è così scontata. Si potrebbe pensare infatti che i giocattoli in plastica vadano conferiti nella raccolta differenziata della plastica, ma non è così perché non si tratta di imballaggi. In realtà i giocattoli più piccoli vanno conferiti nell’indifferenziata, i più ingombranti vanno portati all’ecocentro e quelli elettronici, in particolare, devono essere smaltiti come RAEE. Sebbene la plastica utilizzata per realizzare i giocattoli sia quasi tutta riciclabile, solo in rarissimi casi, questi prodotti vengono effettivamente riciclati, la maggior parte di essi finisce invece in discarica o negli inceneritori.
La ragione è che sono quasi sempre costituti da più parti, spesso di materiali diversi e difficilmente disassemblabili (anche in questo caso, per ragioni legate alla sicurezza).

Un esempio di programma di riciclo dedicato ai giocattoli è quello di Terracycle, azienda statunitense presente in più parti del mondo che si occupa proprio del riciclo di prodotti che tipicamente non vengono riciclati, ma l’impatto di questa iniziativa è tuttavia molto limitato.
Mattel invece ha avviato un programma di raccolta di giocattoli usati chiamato Play Back. Le famiglie possono spedire all’azienda i propri vecchi giocattoli in una semplice scatola di cartone adeguatamente etichettata ma i prodotti che Mattel accetta sono solo quelli di alcuni dei propri marchi, come ad esempio Barbie o Fisher-Price. Da questi prodotti usati Mattel poi ricaverà materiale per nuovi giocattoli. Il servizio è attualmente disponibile negli USA, Canada, Francia, Germania e UK.

Nonostante questi esempi menzionati e tutti gli altri non inseriti in questo post, si può affermare che ancora troppo poco è stato fatto in termini di circolarità in questo settore che, tra le altre cose, un po’ come la fast fashion, ha la pecca di avere un modello di business basato su grandi volumi di produzione di oggetti dalla vita quasi sempre piuttosto breve. L’urgenza di intervenire radicalmente è sempre maggiore e non può essere ignorata.

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